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Le Aree di Attività

L’Avvocato Manelli, forte dell’esperienza maturata sul campo, offre ai Clienti un ampio ventaglio di servizi legali in tutti i rami del diritto civile ed amministrativo: dalla consulenza legale “classica”, all’assistenza nell’ambito stragiudiziale (pareri legali, contrattualistica, negoziazione assistita), all’assistenza in materia di mediazione e nel contenzioso civile e amministrativo.

 

Sommario

 

IMMOBILI E COSTRUZIONI


1. Ho assistito un Condominio milanese nella causa promossa nei confronti della committente Cooperativa e dell’impresa costruttrice, per i numerosi vizi e difetti riscontrati nella realizzazione del palazzo, tra cui: vistose e diffuse crepe sui muri esterni dello stabile, il sollevamento della pavimentazione condominiale, l’errato posizionamento delle canaline e pericolosi fenomeni di oscillazione del palazzo in occasione di forti venti. La consulenza tecnica richiesta dalle parti e disposta dal Giudice, ha confermato i numerosi vizi e difetti denunziati dal Condominio e documentati dalle numerose fotografie prodotte in giudizio oltre che da una consulenza tecnica di parte. Ho così ottenuto che l’impresa costruttrice venisse condannata, in solido con la convenuta Cooperativa, al risarcimento dei danni subiti a favore del Condominio.

2. Ho difeso la proprietaria di un immobile, sito in una delle vie storiche della moda milanesi, nella causa promossa contro una rinomata casa di moda italiana per la risoluzione del contratto di locazione ad uso commerciale, stante l’esecuzione di lavori di ristrutturazione del negozio avviati da tale griffe senza il preventivo consenso della proprietà. Nella scelta della strategia difensiva ho voluto dimostrare che, i lavori avviati, oltre a non essere stati autorizzati dalla proprietà, avevano comportato l’abbattimento di un muro portante dell’edificio con evidenti rischi per l’intero stabile, come confermato dalla consulenza tecnica d’ufficio disposta dal Giudice. Con piena soddisfazione della mia Cliente, ho ottenuto dal Tribunale la risoluzione del contratto di locazione e la condanna della casa di moda al risarcimento dei danni patiti dalla proprietà.

3. Ho assistito una Cliente la cui abitazione confinava, su di un lato, con il giardino del vicino. Per poter procedere ai lavori di ristrutturazione di tale immobile, l’impresa incaricata dalla mia Cliente doveva necessariamente accedere al fondo del vicino che, tuttavia, negava l’accesso. Ho perciò promosso un giudizio innanzi al Tribunale di Pavia che ha avuto esito positivo. Il Tribunale ha, infatti, ordinato al vicino di consentire l’accesso al proprio fondo per permettere l’esecuzione dei predetti lavori di manutenzione straordinaria dell’immobile di proprietà della mia Assistita. Anche di fronte all’impugnazione della sentenza di primo grado innanzi alla Corte d’Appello di Milano, ho ottenuto che venisse confermato quanto già statuito dal Tribunale.

4. Ho assistito una Parrocchia nella causa per l’acquisto per usucapione della proprietà di un appartamento. La causa traeva origine dal fatto che, le chiavi di tale immobile erano state consegnate, quarant’anni prima, dall’allora proprietaria nubile e senza figli, al Parroco che aveva sempre utilizzato l’appartamento per le necessità della Parrocchia. Quest’ultima, da allora, si era sempre comportata come se ne fosse stata la legittima proprietaria. La difficoltà riscontrata riguardava la mancanza di un formale atto di donazione. Nel corso del giudizio ho citato numerosi testimoni (tutti parrocchiani) che hanno confermato la sussistenza dei requisiti richiesti dalla legge per l’acquisto della proprietà per usucapione. Ho, inoltre, prodotto in giudizio tutte le spese condominiali e di manutenzione straordinaria dell’appartamento sostenute negli anni dalla Parrocchia. Il giudizio si è concluso con esito positivo: il Tribunale ha accolto la domanda proposta dalla Parrocchia ed ha dichiarato l’intervenuto acquisto per usucapione della proprietà del predetto appartamento.

5. Ho assistito gli acquirenti di un immobile, sito all’ultimo piano dello stabile condominiale, che avevano convenuto in giudizio l’impresa costruttrice e la committente Cooperativa per i vizi riscontrati nella loro abitazione: distaccamento delle piastrelle del pavimento, formazione di crepe in diversi locali, infiltrazioni d’acqua dal tetto (trattandosi di appartamento ubicato all’ultimo piano). Sono riuscita ad ottenere un esito positivo anche grazie alla perizia da noi prodotta in giudizio e confermata dalle risultanze della consulenza tecnica disposta dal Giudice: l’impresa costruttrice e la convenuta Cooperativa sono state condannate, in via tra di loro solidale, a risarcire i danni subiti dai miei Clienti.

6. Ho assistito diverse Aziende Ospedaliere milanesi nella liberazione di appartamenti facenti parte di immobili dalle stesse ereditati ed abusivamente occupati. Tutti i giudizi promossi si sono conclusi con esito favorevole: le sentenze hanno ordinato la liberazione di tali appartamenti da parte degli occupanti abusivi che sono stati, altresì, condannati al versamento dell’indennità di occupazione abusiva. Ho seguito, inoltre, le procedure esecutive per la liberazione di tali immobili, fino alla riconsegna delle chiavi all’ente proprietario, nonché le procedure esecutive per il recupero delle somme liquidate in sentenza a titolo di indennità di occupazione abusiva a favore di tali enti.

 

DIRITTO SOCIETARIO E COMMERCIALE


1. Ho difeso il socio di una Società tedesca in una causa particolarmente complicata. La Società tedesca, specializzata nella produzione e commercializzazione di un particolare tipo di isolante utilizzato nell’edilizia, accusava il mio Cliente di aver costituito in Italia una società per la produzione e commercializzazione, sul mercato europeo, di un isolante del tutto simile, sia nel nome che nella composizione, a quello dalla stessa brevettato e venduto. Grazie ai risultati delle prove tecniche di laboratorio eseguite su tale prodotto ed alla copiosa documentazione da me prodotta in giudizio, sono riuscita a dimostrare che non c’era alcun rischio di sviamento della clientela, trattandosi di due prodotti eterogenei (sia nella composizione che per la destinazione di utilizzo). Il Tribunale, accertato che l’isolante prodotto dal mio Cliente in Italia aveva, come dimostrato nel corso del giudizio, caratteristiche tecniche completamente differenti rispetto a quello prodotto dalla Società tedesca, ha respinto la domanda attorea condannando controparte alla rifusione delle spese di lite.

2. Ho assistito una coppia di anziani coniugi raggirati dall’agente di una nota Compagnia Assicurativa. Quest’ultimo aveva fatto loro sottoscrivere diverse polizze assicurative contraffatte intascando i soldi investiti dai miei Clienti. La sfida più difficile è stata riuscire a dimostrare la condotta illecita e la mala fede dell’agente nonché la corresponsabilità della Compagnia Assicurativa (che aveva negato la sussistenza di un rapporto di lavoro con quest’ultimo, essendo stato licenziato, a suo dire, alcune settimane prima del raggiro posto in essere). Il Tribunale, in accoglimento delle domande formulate dagli attori, ha condannato, in via tra di loro solidale, l’agente e la Compagnia Assicurativa alla restituzione delle somme illegittimamente incassate.

3. Ho assistito la Società mia Cliente nel giudizio promosso innanzi alla Corte d’Appello di Milano per la riforma della sentenza di primo grado. Oggetto della causa erano i numerosi vizi e difetti dei lavori di manutenzione straordinaria commissionati dalla mia Cliente ad un’impresa costruttrice e riguardanti un immobile di sua proprietà. A mio avviso, la sentenza impugnata era erronea ed ingiusta sotto due diversi profili: da un lato presentava errori nei conteggi delle somme dovute, dall’altro vi erano palesi errori nella consulenza tecnica d’ufficio espletata in primo grado. Nel corso del giudizio ho chiesto ed ottenuto dalla Corte d’Appello la convocazione del CTU nominato in primo grado, che ha riconosciuto gli errori commessi. La Corte d’Appello ha, quindi, integralmente riformato la sentenza di primo grado, inoltre, su mia espressa richiesta, ha condannato controparte al risarcimento danni per lite temeraria: quest’ultima infatti, nelle more del giudizio d’appello, aveva azionato la sentenza di primo grado, sebbene pienamente consapevole dei palesi errori di calcolo in essa contenuti.

4. Ho assistito l’Amministratore Delegato di una società immobiliare in un causa promossa nei suoi confronti da parte dei Soci della stessa società. Al mio Cliente è stata contestata la mala gestio nonché la sottrazione di denaro dalle casse sociali e destinato ad uso personale. Nel corso del giudizio ho prodotto le delibere assembleari del Consiglio di Amministrazione che lo autorizzavano espressamente al prelevamento delle somme contestate e sono riuscita a dimostrare la trasparenza dell’operato del mio Assistito. Ho ritenuto, altresì, opportuno e vantaggioso per il mio Cliente, accogliere l’invito di controparte a concludere la causa con una transazione: soluzione ritenuta soddisfacente da entrambe le parti.

5. Ho difeso la Società mia Cliente innanzi alla Sezione Imprese del Tribunale di Milano nella causa per responsabilità civile promossa nei confronti di un membro del Cda di una nota società italiana per aver fondato un'azienda concorrente. La strategia difensiva seguita mi ha permesso di dimostrare sia lo sviamento della clientela, data la sostanziale identità dei prodotti commercializzati, sia il danno conseguito per la Società mia Cliente. Il Tribunale ha, infatti, accolto tutte le domande risarcitorie da me formulate.

6. Ho prestato attività di assistenza giudiziale a favore di una società di rilievo nazionale nei confronti dell’Amministratore Delegato per il risarcimento dei danni subiti per aver favorito nei contratti di fornitura alcune società compiacenti, costituite con amici e familiari che fungevano da prestanome. La causa di responsabilità si è conclusa con esito positivo: il Tribunale ha accolto le domande da me formulate nell’interesse della Società mia Assistita.

7. Ho promosso numerosi procedimenti per decreto ingiuntivo nell’interesse di Società e piccoli imprenditori per domandare il pagamento di fatture scadute e non saldate. Tali procedimenti si sono tutti conclusi con l’emissione di decreto ingiuntivo successivamente notificato ai debitori. Ho, inoltre, assistito gli stessi Clienti nei successivi giudizi di opposizione a decreto ingiuntivo, ottenendo sentenze che confermavano quanto statuito nell’opposto decreto.

 

DIRITTO BANCARIO


1. Ho difeso un mio Cliente, titolare di un’impresa familiare, nella causa promossa nei confronti di un primario Istituto Bancario che lo aveva convinto ad investire gran parte dei suoi risparmi in prodotti finanziari derivati ad alto rischio; investimento, a seguito del quale, il mio Assistito ha perso una parte consistente del suo patrimonio. Ho scelto una strategia difensiva volta a dimostrare la natura di piccolo investitore del mio Cliente. Il compito più difficile è stato dimostrare che egli non aveva alcuna conoscenza dei notevoli rischi legati a quella tipologia di investimento e che la banca non aveva fornito la necessaria informativa in sede di sottoscrizione del contratto. Grazie alle dichiarazioni dei testimoni, che hanno confermato quanto da me sostenuto, sconfessando quanto dedotto in giudizio dalla Banca, il Tribunale ha condannato quest’ultima a rimborsare al mio Cliente le somme perse in seguito a tale infausto investimento.

2. In questi anni in cui l’anatocismo (prassi di alcune Banche che consiste nel calcolare e addebitare ai loro clienti interessi passivi calcolati su altri interessi passivi) è molto diffuso, ho assistito diversi Clienti in cause promosse nei confronti di primari Istituti di Credito per richiedere la restituzione di interessi anatocistici illegittimamente addebitati. Tali cause, nel corso delle quali il giudice ha disposto consulenze d’ufficio tecnico-contabili, hanno tutte avuto esito positivo, anche in considerazione degli orientamenti giurisprudenziali espressi in materia dalla Corte di Cassazione negli ultimi anni.

3. Ho difeso una Società nel procedimento d’urgenza promosso nei confronti del commercialista responsabile della tenuta della contabilità aziendale. Quest’ultimo, in seguito alla revoca dell’incarico, si era rifiutato di consegnare alla mia Cliente la documentazione contabile in suo possesso. In prima battuta ho ottenuto dal Tribunale un provvedimento d’urgenza che ha ordinato al commercialista l’immediata restituzione di tutta la documentazione contabile e fiscale in suo possesso. Successivamente, avendo rilevato gravi errori ed omissioni commessi, sia negli adempimenti fiscali che nella tenuta della contabilità, ho incardinato un giudizio di merito richiedendo il risarcimento dei danni subiti dalla Società mia Cliente; domanda che è stata anch’essa accolta dal Tribunale adito.

4. Ho prestato attività di assistenza giudiziale a favore di un noto Ospedale lombardo nella controversia insorta con una banca di rilievo nazionale, cessionaria dei crediti vantati dal Consorzio che si era aggiudicato i lavori di pulizia e sanificazione della struttura ospedaliera. Tale giudizio, nel corso del quale l’Ospedale si è costituito contestando l’efficacia e la non opponibilità nei suoi confronti delle avvenute cessioni di credito, si è concluso con una conciliazione che è stata ritenuta satisfattiva da entrambe le parti.

 

APPALTI


1. Ho assistito una rinomata Società italo-americana nella controversia relativa ai lavori di monitoraggio ambientale della Bre.be.mi appaltati ad una Società terza. Oggetto della causa erano la non correttezza e il mancato rispetto dei tempi previsti per l’attività di monitoraggio ambientale come confermato dalle numerose relazioni tecniche dell’ARPA Lombardia. Ho ritenuto vantaggioso per la Società mia Assistita concludere la causa con una conciliazione stragiudiziale con la controparte: soluzione ritenuta soddisfacente da entrambe le parti.

2. Ho assistito una primaria Azienda ospedaliera milanese nelle cause per inadempimento contrattuale promosse nei suoi confronti dalla società cui erano stati commissionati i lavori di progettazione preliminare ed esecutiva del Dipartimento di Emergenza e Accettazione. Nel corso dei tre giudizi ho scelto di avvalermi di consulenze tecniche di parte i cui risultati, confermati dalle consulenze tecniche d’ufficio disposte dal Giudice, hanno accertato e dimostrato i numerosi vizi e difetti nell’attività di progettazione documentati dall’Ospedale. Tali giudizi si sono tutti conclusi con esito positivo: il Tribunale ha respinto le domande della società appaltatrice che è stata, inoltre, condannata al risarcimento dei danni richiesti dall’Ospedale.

3. Ho difeso un noto Ospedale milanese nella causa promossa da una Clinica privata cittadina per il risarcimento dei pretesi danni subiti in conseguenza al recesso unilaterale esercitato dall’Ospedale dalla Convenzione avente ad oggetto “l’allocazione temporanea della divisione di cardiochirurgia”. Il giudizio si è concluso con esito favorevole all’Ente mio Assistito: il Tribunale ha ritenuto legittimo il recesso esercitato dall’Azienda Ospedaliera ed ha respinto la domanda di risarcimento danni formulata dalla Clinica privata.

4. Ho rappresentato ancora l’Ospedale, di cui al precedente caso, quando la stessa Clinica milanese, vistasi respingere l’azione contrattuale di risarcimento danni, ha promosso azione di indennizzo ex art. 1671 c.c.. Anche questa azione è stata respinta dal Tribunale: sono riuscita a dimostrare che la controparte aveva sostanzialmente riproposto in giudizio tutte le difese di cui alla precedente causa, pur essendo mutati sia il petitum che la causa petendi; la difesa avversaria, inoltre, non aveva fornito alcuna prova in ordine all’entità dell’indennizzo richiesto.

5. Ho prestato attività di assistenza legale a favore della convenuta Azienda Ospedaliera nella causa promossa dall’appaltatore cui erano stati commissionati i lavori di “progettazione preliminare ed esecutiva” degli arredi e delle attrezzature relativi al Laboratorio di Microbiologia, per il pagamento del preteso residuo importo dovuto. La strategia difensiva si è basata, in primis, nell’evidenziare gli errori commessi dall’appaltatore nell’esecuzione dei lavori commissionati, che hanno richiesto interventi e correzioni da parte dei tecnici dell’Ospedale ai progetti originari, inoltre, ho proposto domanda riconvenzionale per la restituzione delle somme già versate dall’Ente. La copiosa documentazione da noi prodotta in giudizio e la consulenza tecnica disposta dal Giudice, hanno confermato la presenza dei numerosi vizi e difetti contestati dall’Ente. Il mio Cliente ha conseguito, quindi, un esito doppiamente positivo: il Tribunale non solo ha respinto la richiesta dell’appaltatore, ma ha anche accolto la nostra domanda di restituzione degli importi già versati.

6. Ho prestato attività di assistenza giudiziale e stragiudiziale a favore di un noto Ospedale milanese. La controversia riguardava la sospensione dei pagamenti delle retribuzioni di circa 250 dipendenti, da parte del Consorzio (datore di lavoro) che si era aggiudicato l’appalto dei lavori di pulizia e sanificazione dell’Ospedale. La mia assistenza legale ha comportato, da un lato, la costituzione in giudizio nell’interesse dell’Ospedale nelle numerose cause promosse dai lavoratori e, parallelamente, lo svolgimento di trattative con i sindacati per la bonaria definizione della vertenza. Trattative che si sono concluse con un esito doppiamente positivo: innanzitutto l’Ospedale si è surrogato al datore di lavoro pagando direttamente le retribuzioni dovute ai lavoratori che hanno così abbandonato i giudizi promossi; inoltre, è stato evitato lo sciopero minacciato da questi ultimi, che avrebbe paralizzato l’attività ospedaliera.

7. Svolgo regolarmente attività di assistenza stragiudiziale a favore delle imprese, occupandomi della stesura e revisione dei contratti di appalto in materia di prestazione di opere, forniture e di servizi.

 

SUCCESSIONI


1. In una vertenza ereditaria relativa alla divisione della cospicua eredità paterna (proprietà immobiliari, tra cui la casa familiare, terreni, fondi d’investimento, prodotti assicurativi, depositi bancari, gioielli e opere d’arte) ho rappresentato la madre contro le due figlie. Nonostante la complessità della causa, nel corso della quale, il Giudice, a seguito della richiesta di divisione dell’eredità paterna presentata dalle due figlie, ha disposto una consulenza tecnica d’ufficio per valutare la massa ereditaria e formare così le singole quote, ho trovato una soluzione positiva per la mia Cliente, raggiungendo un vantaggioso accordo transattivo con le controparti.

2. Tra i casi più delicati di cui mi sono occupata in materia ereditaria, rientra quello in cui ho assistito un Cliente molto facoltoso nella ricerca degli adeguati istituti giuridici che, una volta deceduto, tutelassero gli interessi del suo unico figlio invalido ed incapace di provvedere a se stesso, garantendogli una vita serena grazie all’ingente eredità costituita da un cospicuo patrimonio mobiliare ed immobiliare. La difficoltà è stata quella di trovare soluzioni legali che contemperassero la tutela e la garanzia delle future necessità assistenziali del figlio (da tempo ammalato) con la salvaguardia e gestione dell’ingente patrimonio ereditario.

3. In una complicata causa di impugnazione di testamento olografo di un’anziana signora nubile, senza figli e proprietaria di diversi immobili, ho assistito il mio Cliente contro uno dei cugini che aveva fatto pubblicare il testamento in suo possesso presso un Notaio. La difficoltà consisteva nel dimostrare che si trattava innegabilmente di un testamento contraffatto e redatto quando la signora era ormai da tempo incapace di intendere e volere. A questo fine mi sono avvalsa della copiosa documentazione medica che ha consentito di dimostrare che la defunta signora era da tempo affetta da demenza senile, oltre che di una perizia calligrafica decisiva per dimostrare che la firma, apposta in calce al testamento, era contraffatta. La causa ha avuto esito positivo per il mio Cliente ed il testamento è stato annullato.

4. Ho assistito due sorelle nella vertenza ereditaria insorta con il fratello, riguardante la divisione delle quote di comproprietà dell’abitazione familiare. Il mio intervento è stato richiesto dagli eredi anche per aiutarli a trovare un accordo che consentisse a tutti il godimento dell’abitazione nel periodo estivo trattandosi di una villa in riva al mare. Sono riuscita a trovare una soluzione equa e soddisfacente per tutte le parti: grazie al mio intervento è stato, infatti, raggiunto un accordo per la divisione delle quote di comproprietà dell’abitazione familiare ed un accordo relativo alla rotazione di ciascun coerede nel godimento dell’abitazione paterna.

5. Fornisco abitualmente assistenza legale stragiudiziale per la stesura di testamenti olografi e/o testamenti segreti depositati poi presso il notaio di riferimento.

 

CONDOMINIO


1. Ho difeso un Condomino nella causa promossa nei confronti della palestra, sita al piano terreno dello stabile. Oggetto delle doglianze erano i rumori, la musica ad alto volume, le vibrazioni e gli schiamazzi dovuti ai frequentatori della palestra: disturbi che il mio Cliente era costretto a subire ogni giorno della settimana, sabato e domenica inclusi. La mia strategia difensiva si è basata nell’evidenziare la natura contrattuale del Regolamento condominiale che vietava a ciascun condomino lo svolgimento di attività che potessero turbare “la tranquillità” degli altri condomini. Ho, inoltre, prodotto in giudizio una perizia fonometrica a dimostrazione del superamento della soglia di normale tollerabilità dei rumori. Tramite la raccolta di prove testimoniali che hanno confermato le continue ed intollerabili immissioni di rumori e vibrazioni sono riuscita nel mio intento: l’esito della sentenza è stato favorevole al Condomino senza rendere necessario l’esperimento di una consulenza tecnica d’ufficio.

2. Ho assistito la mia Cliente, proprietaria di un appartamento all’ultimo piano di un edificio, nella causa promossa nei confronti del Condominio per l’impugnazione della delibera assembleare che aveva alla stessa vietato di installare il ponteggio necessario per eseguire i lavori di sopraelevazione di tale appartamento. Richiesta che è stata respinta dall’assemblea condominiale, in base al presupposto che, il sottotetto dello stabile condominiale sarebbe stato di proprietà comune dei condomini. Nel corso del giudizio ho dimostrato che, contrariamente a quanto sostenuto dal Condominio, nell’atto di acquisto originario dell’appartamento era specificato che il sottotetto veniva venduto insieme all’appartamento, e che, pertanto, nessun diritto poteva vantare il Condominio su tale sottotetto. Il Tribunale, in accoglimento della domanda da me formulata, ha annullato la predetta delibera assembleare.

3. Ho difeso un Condominio nella causa promossa nei confronti della sottostante discoteca dalla quale provenivano rumori, vibrazioni e musica ad alto volume, in particolare, durante l’apertura del locale nei week-end. Sono riuscita a raggiungere l’obiettivo perseguito dal mio Cliente ottenendo l’ordine di inibizione dell’attività di discoteca e la chiusura definitiva del locale. A tal fine, ho seguito la strategia di avvalermi di una consulenza tecnica di parte, che ha consentito di dimostrare l’effettivo superamento della soglia di normale tollerabilità dei rumori e vibrazioni provenienti dalla discoteca, risultati avvalorati dall’esito della consulenza tecnica disposta dal Giudice, così confermando la bontà delle doglianze del Condominio.

4. Ho prestato attività di assistenza giudiziale nella causa promossa da un Ente Pubblico per la liberazione di una villa ottocentesca locata ad una società privata e destinata a struttura alberghiera di lusso. Nel corso del giudizio ho dimostrato come, la Società conduttrice, dopo aver esercitato il diritto di recesso, ha continuato ad occupare l’immobile sine titulo e senza più versare il canone di locazione. Ho, quindi, chiesto, ed ottenuto dal Tribunale, una sentenza di condanna al rilascio immediato dell’immobile abusivamente occupato nonché la condanna di controparte al versamento dell’indennità di occupazione abusiva.

5. Ho assistito diversi Clienti nelle procedure di sfratto per morosità e per finita locazione, promosse nei confronti dei conduttori, nonché i successivi giudizi di merito, svoltisi dopo la conversione del rito. Tutti i giudizi si sono conclusi con sentenze che hanno confermato la risoluzione del contratto di locazione. Ho, inoltre, seguito le procedure esecutive per conseguire il rilascio di tali immobili nonché quelle per il recupero delle somme liquidate dal Giudice a titolo di canoni di locazione dovuti e non pagati.

6. Ho assistito il mio Cliente, proprietario di un’abitazione sita all’ultimo piano di uno stabile a Milano, che ha realizzato una mansarda abitabile, al piano soprastante, ove prima vi era il sottotetto, sopraelevandola senza aver richiesto, né ottenuto, i permessi necessari. La vertenza promossa dal Condominio riguardava principalmente la determinazione dell’indennizzo da versare ai condomini per evitare l’abbattimento della costruzione sopraelevata abusivamente realizzata. Dopo un’aspra disputa legale, grazie anche all’intervento del Giudice che ha sollecitato le parti alla bonaria definizione del giudizio, sono riuscita a raggiungere un accordo transattivo con il Condominio.

 

RISARCIMENTO DANNI EXTRACONTRATTUALI


1. Ho assistito una Cliente nella causa promossa contro la struttura ospedaliera ed i medici che l’avevano operata all’addome dimenticandosi una garza all’interno dello stesso. Con l’aggravante che il Pronto soccorso, presso il quale si era presentata la mia Assistita con acuti dolori all’addome successivamente al primo intervento, l’aveva dimessa per ben due volte prima di rilevare la presenza della garza e sottoporla a nuovo intervento chirurgico d’urgenza. Nel corso del giudizio è stata disposta una consulenza tecnica che ha confermato i danni fisici riportati dalla mia Assistita a seguito di tale grave “dimenticanza”. Il Tribunale ha, quindi, condannato l’Azienda ospedaliera e l’équipe medica incaricata dell’intervento al risarcimento danni subiti dalla mia Cliente.

2. Ho difeso una nota Azienda Ospedaliera nella causa promossa nei suoi confronti da una paziente operata alla bocca per la rimozione di una “piccola escrescenza”. L’attrice, nel corso del giudizio, ha lamentato dolore diffuso alla bocca e difficoltà nell’eloquio e a deglutire a seguito di tale operazione. La difficoltà di questo caso è consistita nel dimostrare l’assenza di nesso eziologico tra i danni lamentati dalla paziente ed il contestato intervento chirurgico. Peraltro, nel corso del giudizio, il Giudice ha nominato il consulente tecnico d’ufficio che ha confermato che le problematiche patite dalla paziente successivamente all’intervento chirurgico, non erano riconducibili all’operato dei medici, in quanto patologie pregresse. Il Tribunale, con esito positivo per l’Ente mio Cliente, ha, quindi, respinto la richiesta di risarcimento danni formulata dall’attrice.

3. Ho assistito la mia Cliente che, in conseguenza ad un incidente stradale (è stata investita sulle strisce pedonali) aveva riportato seri danni fisici. Esperita la procedura di mediazione che ha avuto esito negativo, abbiamo citato in giudizio sia il conducente dell’autovettura sia la Compagnia Assicurativa. Nel corso del giudizio ho potuto dimostrare sia i danni fisici subiti dalla mia Assistita, grazie alla produzione di documentazione medica dettagliata, sia il comportamento colpevole del conducente dell’autovettura, stanti le dichiarazioni rese dai testimoni, spettatori involontari dell’incidente. Il Tribunale, esperita la consulenza medico-legale ed escussi i testi, ha condannato entrambe le parti convenute al risarcimento dei danni subiti dalla mia Assistita.

4. Ho assistito una mia Cliente nella causa per risarcimento danni promossa nei confronti di una Azienda Ospedaliera fiorentina e del medico responsabile dell’intervento chirurgico eseguito su di lei. La patologia che le era stata diagnosticata e per cui era stato richiesto l’intervento, “alluce valgo”, le creava da tempo forti dolori al piede sinistro. A seguito di tale intervento, la mia Assistita ha riportato problemi di deambulazione e il “disallineamento dei capi ossei” oltre ad un’infezione al piede. Nel corso del giudizio è stato da me dimostrato che non era stata fornita dall’Ospedale la necessaria informativa sui rischi legati all’intervento chirurgico. Il Giudice, esaminata la copiosa documentazione medica da me prodotta, ha disposto la consulenza tecnica, che ha confermato i danni fisici lamentati dalla mia Cliente. Il Tribunale ha, quindi, accolto la domanda da me formulata, condannando la struttura sanitaria ed il chirurgo che l’aveva operata al risarcimento dei danni patiti dalla paziente.

 

DIFFAMAZIONE A MEZZO STAMPA E TELEVISIONE


1. Ho difeso un noto Ospedale milanese nella causa per diffamazione promossa contro una trasmissione televisiva a diffusione nazionale che aveva mandato in onda un servizio in materia di smaltimento dei “rifiuti speciali” presso tale struttura. Servizio televisivo con un grande impatto emotivo sullo telespettatore, in quanto mostrava contenitori di rifiuti speciali aperti ed abbandonati, in una zona, a dire del giornalista, sebbene interdetta al pubblico, facilmente accessibile. Nel corso del giudizio siamo riusciti a dimostrare che gli operatori televisivi si erano introdotti furtivamente nei sotterranei dell’Ospedale, forzando le porte di accesso, per poi manomettere i contenitori dei “rifiuti speciali” oggetto di causa. Ho, quindi, ritenuto necessario e doveroso chiedere al Tribunale non solo il risarcimento dei danni di immagine subiti dall’Azienda Ospedaliera, ma anche la rettifica del servizio giornalistico mandato in onda: entrambe le richieste sono state accolte dal Tribunale.

2. Ho difeso un Istituto pubblico lombardo nella causa per diffamazione a mezzo televisione promossa contro una nota trasmissione televisiva a diffusione nazionale sulle reti pubbliche che aveva mandato in onda un servizio giornalistico in materia di “malaffare nella sanità”. Nel corso del servizio si faceva riferimento a lavori appaltati e mai terminati nonché allo sperpero di denaro pubblico (mancato completamento delle sale operatorie, strumentazione medica acquistata e mai utilizzata, acquisto di un palazzo da parte dell’Ospedale mai utilizzato mancando i fondi necessari alla ristrutturazione). Nel corso del giudizio ho documentalmente smentito tutte le erronee informazioni diffuse al pubblico nel contestato servizio televisivo. Il Tribunale ha, quindi, accolto la domanda risarcitoria formulata dall’Ente mio Assistito, condannando la trasmissione televisiva ed i giornalisti, citati in giudizio, al risarcimento dei danni di immagine subiti dall’Ente, oltre alla rettifica del servizio mandato in onda.

3. Ho assistito il Direttore Amministrativo di un noto Ospedale lombardo nella causa promossa contro una testata giornalistica nazionale per il risarcimento dei danni di immagine derivanti dal reato di diffamazione a mezzo stampa. Considerata l’assoluta fondatezza delle contestazioni attoree, in accordo con il mio Cliente, ho proposto a controparte un accordo conciliativo per definire bonariamente la vertenza, che è stato da quest’ultima accettato.

 

FAMIGLIA


1. Ho assistito un Cliente in una procedura alquanto delicata a tutela degli interessi e della persona di una anziana Zia, sola e senza figli, abbandonata dagli altri cugini in un ospizio. Ho innanzitutto chiesto ed ottenuto dal Tribunale la nomina di un amministratore di sostegno che provvedesse alle esigenze di vita quotidiana dell’anziana signora ed all’amministrazione dei suoi beni. Successivamente sono intervenuta presso il Tribunale competente per far annullare diversi atti di disposizione del proprio patrimonio che i cugini avevano fatto sottoscrivere alla Zia, nonostante da tempo affetta dal morbo di Alzheimer e perciò incapace di intendere e di volere. La sentenza positiva ha soddisfatto pienamente il mio Assistito.

2. Ho assistito diverse coppie di coniugi nelle procedure di separazione consensuale e successivamente nelle procedure di divorzio congiunto.

3. Ho promosso numerose cause per la nomina di amministrazione di sostegno a favore di persone anziane ed impossibilitate (per motivi di salute o per inabilità fisiche) a provvedere alla gestione dei propri interessi personali e patrimoniali.

 

DIRITTO TRIBUTARIO E PREVIDENZIALE


1. L’Agenzia delle Entrate aveva avviato azione esecutiva nei confronti del mio Cliente per il recupero di pretesi crediti contributivi vantati dall’INPS. Ho, quindi, promosso giudizio in opposizione all’esecuzione innanzi al Tribunale di Pavia domandando di accertare e dichiarare l’insussistenza del diritto, di tale Ente e dell’Agenzia delle Entrate, a procedere esecutivamente nei confronti del mio Assistito, essendo i crediti contributivi di cui alle impugnate cartelle di pagamento tutti prescritti. Alla prima udienza, il Giudice, verificato che nessun atto interruttivo della prescrizione era stato notificato dalle controparti, ha annullato le cartelle di pagamento impugnate ed ha condannato l’INPS (cui avevo richiesto, prima di incardinare il giudizio, di annullare in autotutela tali cartelle) al rimborso delle spese legali a favore del mio Cliente.

2. Ho difeso un mio Assistito nella causa promossa innanzi ai Giudice di Pace di Pavia nei confronti della Prefettura di Pavia e dell’Agenzia delle Entrate, domandando di accertare e dichiarare l’insussistenza del diritto delle parti convenute di procedere esecutivamente, stante l’intervenuta prescrizione dei crediti esposti nelle cartelle di pagamento impugnate (multe per violazione del Codice della Strada). Il Giudice di Pace di Pavia, verificato che nessun atto interruttivo della prescrizione era stato notificato al mio Assistito, ha annullato le cartelle impugnate ed ha condannato la Prefettura di Pavia (cui avevo richiesto l’annullamento delle cartelle in autotutela, prima di incardinare il giudizio) al rimborso delle spese legali a favore del mio Cliente.

3. Analogo esito a quello sopra descritto è stato da me ottenuto nella causa promossa innanzi al Giudice di Pace di Voghera nei confronti del Comune di Voghera, del Comune di Varzi e dell’Agenzia delle Entrate, sempre per cartelle esattoriali prescritte riguardanti multe per infrazioni al Codice della Strada. Alla prima udienza, il Giudice, esaminata la comparsa di costituzione e risposta del Comune di Varzi (l’unico ad essersi costituito in giudizio) e verificato che dalla documentazione prodotta in atti, tutti i crediti erano prescritti in quanto nessun atto idoneo ad interrompere la prescrizione era stato notificato, ha emesso sentenza, annullando le impugnate cartelle di pagamento.